Lettori fissi
sabato 11 aprile 2020
Pasqua e pandemia...rimaniamo uniti in noi stessi e al tutto del quale siamo parte.
Pasqua (in ebraico pesach) è una parola ebraica che significa passare oltre, ed è il nome scelto per designare la festa ebraica che ricorda il passaggio del Mar Rosso del popolo ebraico, ed è di conseguenza anche la festa che commemora il passaggio dalla schiavitù alla libertà. Questa antichissima festa religiosa ebraica, ripresa e trasformata in senso spirituale dal cristianesimo, ha assunto oggi, sempre più, un significato dialettico: essa è il superamento del negativo, dell’alienazione da sé, dell’egoismo separante, della propria volontà che schiavizza interiormente ed oggetti vizza gli altri. La Pasqua quindi non è più solo la commemorazione di una liberazione che proviene dall’esterno e che consente di sperimentare una gioia dipendente dalle circostanze, ma è il punto di arrivo di una purificazione interiore che si conclude con l’illuminazione della propria interiorità e che è anche un’esplosione di gioia duratura, di pace e beatitudine del tutto indipendente dalle circostanze storiche esterne, che giunge nell’anima quando si è rinunciato a se stessi.
Pasqua è quindi più di ogni altra festa, la festa della gioia, ecco perché viene chiamata anche la festa delle feste, dato che ogni festa è già costitutivamente manifestazione della gioia (così ad esempio la chiamano i cristiani ortodossi).
Ci chiediamo: Oggi, si può vivere nella gioia? Questa sfortunatissima circostanza della pandemia che tutti noi viviamo ci può togliere la gioia? Possiamo sperare di vivere oggi una Pasqua di gioia?
Io dico che la gioia che deriva e dipende dalle circostanze è considerevolmente compromessa: siamo costretti a convivere con la paura del contagio ed a vivere in casa, non possiamo frequentare gli amici, giocare al parco, fare sport, cenare insieme al ristorante, festeggiare i compleanni con gli altri, andare al cinema, al teatro, allo stadio, a scuola, ecc.. Ancor più penosa appare poi la condizione di coloro che sono nel lutto e che lottano contro la malattia, isolati dalle persone care.
Tuttavia, una più spirituale considerazione della drammatica situazione che stiamo vivendo, ci permette di dire anche che la gioia interiore non è affatto intaccata dalle circostanze esterne, anzi queste, essendo avverse, ci spingono a rientrare in noi stessi ed a viverla in pienezza nel presente. La COVID-19 in quanto sciagura che colpisce tutti, ricchi e poveri, potenti e umili, famosi e sconosciuti, ci distacca infatti dalle diversità sociali con le quali spesso in modo superficiale, estraniandoci da noi stessi, ci identifichiamo e che necessariamente ci separano e ci alienano. Il virus che agisce in modo universale laddove trova condizioni adatte, ci permette di riscoprire ciò che nell’interiorità da sempre già tutti sappiamo: noi siamo uno, siamo tutti uniti e il comportamento di ciascuno si ripercuote, nel bene e nel male, su tutti, e questo coinvolgimento non riguarda solo i nostri simili, ma l’intera natura con tutti gli esseri che la compongono. La COVID-19 ci ricorda così quello che spiritualmente sappiamo da sempre e cioè che tutti siamo fragili e fisicamente mortali, ma anche spiritualmente forti ed eterni se rimaniamo uniti in noi stessi e al tutto del quale siamo parte. Sappiamo anche che questa conoscenza dà ad ogni istante il carattere luminoso della gioia che non viene meno.
La COVID-19 favorendo il rientro in noi stessi ci consente anche di riscoprire la legge della vita che da sempre conosciamo e che in modo pregnante è annunciata dal termine resurrezione: il negativo non è la fine di tutto, ma è come la doglia che conduce al parto e poi ad una nuova vita. Questa speranza, spiritualmente fondata, non è vana e ci rende capaci di vivere autenticamente la Pasqua e trasformare così il negativo in nuova vita e bene per tutti.
Prof. di Religione
Massimo Polidori
giovedì 9 aprile 2020
Alla Garibaldi la giornata mondiale per la consapevolezza sull’ Autismo
Il 2 Aprile è stata la giornata mondiale per la
consapevolezza sull’ Autismo, una data riconosciuta a livello internazionale al
fine di incoraggiare gli Stati membri delle Nazioni Unite a prendere misure per
sensibilizzare riguardo le persone con autismo in tutto il mondo.
Anche quest’anno alcuni monumenti più importanti del mondo
si sono tinti di Blu, il colore scelto dall’ONU per l’autismo.
Il Blu, in quanto tinta enigmatica ha il potere di
risvegliare il “senso di sicurezza” ed il bisogno di “conoscenza”, due luoghi dove
converge l’autismo.
L’ Istituto Comprensivo “G. Garibaldi” - Genzano se pur a distanza (a causa
dell’attuale situazione di emergenza) si è mostrato sensibile alla tematica
testimoniando la sua presenza ed il suo supporto mediante diverse attività proposte
a tutti gli alunni, i quali hanno realizzato vari elaborati artistici,
letterali, slogan e disegni ispirati al colore Blu. Inoltre le insegnanti hanno
scelto poesie e filastrocche al fine di sensibilizzare ed incoraggiare i
bambini a superare ogni forma di pregiudizio, favorendo la qualità
dell’inclusione scolastica.
Insegnante di sostegno: Said Alexia Maria
Auguri di Pasqua
L’etimologia del termine Pasqua (dall’ebraico ‘pesah’ >
‘passare oltre’) rievoca il viaggio verso la libertà del popolo ebraico dalla
schiavitù d’Egitto, "Zman
Cherutenu", cioè "tempo della nostra liberazione". Il caro tema del cambiamento che ritroviamo, in
senso lato, nel passaggio dal freddo rigore invernale al clima temperato che
accompagna il germogliare della vegetazione.La primavera, infatti, non si è
fermata nonostante tutto sembri immortalato in uno spazio metafisico. Neppure la comunità scolastica si è fermata, ha reagito, ha
continuato a camminare verso nuove sfide educative, con l’ossigeno che solo
l’amore per il proprio lavoro può donare.
Noi non ci fermiamo, continuiamo a credere che ne
usciremo fuori, che ritorneremo a riabbracciarci e a ripopolare la nostra
scuola con una rinascita interiore che ci condurrà a gioire delle cose
meravigliose che ci circondano, della bellezza dei rapporti umani, della rete scolastica, che abbiamo saputo
consolidare proprio in questo momento di avversità.
Allora auguri di Pasqua a tutti noi, studenti,
famiglie, docenti, personale ATA, Dsga, con la certezza di ritrovarci rinnovati
e maggiormente consapevoli dell’importanza dei veri valori, quelli che cerchiamo di testimoniare e di ex-ducere dai
nostri alunni.
La dirigente scolastica
Prof.ssa Donatella Savastano
La dirigente scolastica
Prof.ssa Donatella Savastano
mercoledì 8 aprile 2020
Lottare per un mondo migliore…. Utopia???
Sono sempre stata una persona “pragmatica”, non mi piacciono le
disgressioni, allo stesso tempo “sognatrice”; vivo in questa perenne
contraddizione.
Ma la vita è piena di contraddizioni!!!
Mia mamma racconta spesso che, già da molto piccola, ero pronta a
combattere per difendere i più deboli, chi ritenevo stesse subendo
un’ingiustizia, una prepotenza e questa ricerca della verità, della giustizia,
mi accompagna nella vita.
Non è un caso se da molti anni porto avanti nella nostra scuola, attività
inerenti la legalità.
Talvolta, per i ragazzi, possono assumere significato di predica…. Sono
“pragmatica”, consapevole che non è facile sconfiggere l’opportunismo,
l’illegalità, i soprusi, l’intolleranza e allo stesso tempo “sognatrice” perché
fermamente convinta che il seme della giustizia germoglia, cresce,
prolifica.
Per le Nazioni Unite, la ricerca della giustizia sociale per tutti è al cuore
della missione globale di promuovere lo sviluppo e la dignità umana.
Così l ‘ONU ha indetto la “Giornata Mondiale della Giustizia Sociale” (20
Febbraio, ricorrenza internazionale); con
queste parole del Segretario
Generale delle Nazioni Unite :” con l’aumento dell’esclusione e
dell’ineguaglianza, dobbiamo rafforzare il nostro impegno per garantire
che tutte le persone, senza discriminazione alcuna, abbiano accesso alle
opportunità di miglioramento della propria vita e di quella altrui”.
E’ fondamentale motivare e sensibilizzare i giovani rispetto a queste
tematiche!
Mi è capitato di rivedere ex alunni, ormai adulti, che, ricordando
momenti d’incontro con i vari relatori, hanno fatto tesoro dei loro
insegnamenti.
Un alunno, assistendo ad un atto di prepotenza verso un compagno
esordì: ”dopo tutti gli incontri sulla legalità, ancora succedono queste
cose???” e ancora :” mio fratello non mette mai il casco, gli ho spiegato
perché è sbagliato”.
Quale maggiore soddisfazione!!!
Allora non disperiamo, tutti insieme: scuola, famiglia, istituzioni
riusciremo, sono certa, a creare “un mondo migliore”
Referente legalità-bullismo-cyberbullismo
Professoressa Rosa Trombetti
disgressioni, allo stesso tempo “sognatrice”; vivo in questa perenne
contraddizione.
Ma la vita è piena di contraddizioni!!!
Mia mamma racconta spesso che, già da molto piccola, ero pronta a
combattere per difendere i più deboli, chi ritenevo stesse subendo
un’ingiustizia, una prepotenza e questa ricerca della verità, della giustizia,
mi accompagna nella vita.
Non è un caso se da molti anni porto avanti nella nostra scuola, attività
inerenti la legalità.
Talvolta, per i ragazzi, possono assumere significato di predica…. Sono
“pragmatica”, consapevole che non è facile sconfiggere l’opportunismo,
l’illegalità, i soprusi, l’intolleranza e allo stesso tempo “sognatrice” perché
fermamente convinta che il seme della giustizia germoglia, cresce,
prolifica.
Per le Nazioni Unite, la ricerca della giustizia sociale per tutti è al cuore
della missione globale di promuovere lo sviluppo e la dignità umana.
Così l ‘ONU ha indetto la “Giornata Mondiale della Giustizia Sociale” (20
Febbraio, ricorrenza internazionale); con
queste parole del Segretario
Generale delle Nazioni Unite :” con l’aumento dell’esclusione e
dell’ineguaglianza, dobbiamo rafforzare il nostro impegno per garantire
che tutte le persone, senza discriminazione alcuna, abbiano accesso alle
opportunità di miglioramento della propria vita e di quella altrui”.
E’ fondamentale motivare e sensibilizzare i giovani rispetto a queste
tematiche!
Mi è capitato di rivedere ex alunni, ormai adulti, che, ricordando
momenti d’incontro con i vari relatori, hanno fatto tesoro dei loro
insegnamenti.
Un alunno, assistendo ad un atto di prepotenza verso un compagno
esordì: ”dopo tutti gli incontri sulla legalità, ancora succedono queste
cose???” e ancora :” mio fratello non mette mai il casco, gli ho spiegato
perché è sbagliato”.
Quale maggiore soddisfazione!!!
Allora non disperiamo, tutti insieme: scuola, famiglia, istituzioni
riusciremo, sono certa, a creare “un mondo migliore”
Referente legalità-bullismo-cyberbullismo
Professoressa Rosa Trombetti
lunedì 30 marzo 2020
Le declinazioni del Sostegno
Ciao a tutti,
sono la Prof.ssa Paola Li Vecchi e sono parte dell’organico a
potenziamento. Vi starete chiedendo cosa significhi, esattamente come me lo
sono chiesta io all’inizio dell’anno scolastico.
L’Istituto Garibaldi, nelle persone della Preside e del suo
Staff, è sempre stato molto attento ai bisogni speciali degli alunni, quei
bisogni che non sono espressi necessariamente da una diagnosi o riconducibili a
problemi di apprendimento. Per essi ha richiesto da anni quindi al Ministero
una figura che fosse a disposizione per guidare nel coro anche queste voci,
attuando programmi ad hoc (per es. l’alfabetizzazione per alunni stranieri, il
supporto pomeridiano ai compiti…). Ho scoperto quindi che il Potenziamento è
una declinazione del Sostegno.
Questo è il mio vero primo anno di insegnamento, vengo da un
percorso nell’ambito informatico nel privato, pur avendo una laurea in Lettere,
ma quest’anno mi son detta: “Basta! Io faccio sì l’informatica, ma sono
un’insegnante!”. Ho lasciato il posto fisso e ora sono una precaria a
potenziamento.
Mia madre mi ripete spesso: “L’acqua trova sempre la sua
strada!” e così mi sono immersa in quest’avventura nella tranquilla incertezza,
ma solo in questi giorni ho capito che in questo particolare momento è
esattamente qui che dovevo e voglio essere.
Sto apprendendo ora, insieme ai ragazzi che “incontro”
virtualmente, che un’altra declinazione del Sostegno è la Didattica Accessibile:
non c’è una piattaforma sola per stare loro vicini, nello stesso modo come in
classe non c’è una metodo didattico efficace per tutti. Noi di Sostegno siamo
come sarti, cuciamo la didattica su misura esattamente come un abito: ognuno ha
il proprio abito che calza perfettamente!
E così entriamo in punta di piedi nelle
vostre case col compito soprattutto di portare quella strana parola che è la
“normalità”. Una normalità che è fatta di sorrisi, di partecipazione, di
materie da studiare ma anche di semplici letture fatte da noi per loro, come con
l’iniziativa che abbiamo lanciato “Leggere…è contagioso!”.
Questo momento sta segnando tutti, ma è compito di noi
insegnanti e di voi famiglie tutelare il più possibile i nostri ragazzi
e fare in modo che nessuno resti indietro.
Mi piacerebbe condividere con voi questa poesia di Bruno
Tognoli:
“Il giuramento dell’amicizia”
Tutti per uno, uno per tutti
è questo il patto che noi giuriamo
nei giorni belli, negli anni brutti
tutte le foglie da un unico ramo
e tutti i fiumi in un solo mare
tutte le forze in un solo braccio
e questo braccio ce la può fare
voi ce la fate se io ce la faccio
perché non resti più indietro nessuno:
uno per tutti, tutti per uno.
Potenziamento…digitale
e non!
Prof.ssa Li
Vecchi Paola
domenica 29 marzo 2020
L'orale legale....in un tempo metafisico
Quando ero
piccola l’entrata in vigore dell’ora legale portava in casa un po’ di
agitazione : se ne parlava già qualche giorno prima . Si dormirà un’ora in più
o un’ora in meno? Alla data fatidica mio padre regolava tutti gli orologi e
sveglie (eh si allora si faceva manualmente agendo su delle rotelline) affinché
non ci fossero ritardi al nostro incedere quotidiano .Gli adulti erano
irrequieti , era come se quell’ora , quei 60 minuti, potessero davvero
sconvolgere in qualche modo la loro vita, almeno nei primi giorni. Chi parlava
di sonno irregolare, chi dell’instaurarsi di un’improvvisa stanchezza , chi di
insonnia e debolezza. Per noi ragazzi significava solo una cosa: giornate più
lunghe, più tempo per stare in cortile a giocare con gli amici ,ma soprattutto
significava che l’estate era vicina e con l’estate ...la fine della scuola, le
vacanze!!!!
Oggi il fatidico
giorno è arrivato ma quest’ora, questi sessanta minuti, non portano agitazione
in giornate che trascorrono sempre uguali per noi, rinchiusi in casa a
difenderci da un potentissimo nemico ,invisibile in quanto microscopico;
talmente piccolo che potrebbe essere ovunque e per questo ancora più temibile.
Solo la natura
fuori con i suoi colori ci avvisa che si, è così anche quest’anno :
gli alberi si
stanno vestendo di foglie di un verde brillante, i fiori colorati ,
accattivanti, sono pronti a richiamare gli insetti affinché la loro vita
continui.
Speriamo che
questa linfa vitale, questa forza della natura possa raggiungere tutti noi e
convincerci che tutto andrà bene !
Prof.ssa Donatella Costigliola
Docente di matematica e scienze
giovedì 26 marzo 2020
ECCO CHE IMPROVVISAMENTE E’ LA SCUOLA AD ENTRARE NELLE CASE DI TUTTI! La "nostra" Infanzia ...
NON C’E’
PIU’ LA CAMPANELLA, NON CI SONO I BUONGIORNO, I BACINI, GLI ABBRACCI, LE
COCCOLE, CONSUETUDINI BELLISSIME DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA L’EMPATIA
COMUNICATIVA.
SIAMO
NELL’ERA DIGITALE, SI PARLA DI SCUOLA A DISTANZA DI PIATTAFORME, DI RELAZIONI E
COMUNICAZIONI VIRTUALI CHE CI AIUTERANNO A MANTENERE I CONTATTI, LA NECESSITA’
DI REINVENTARSI ATTRAVERSO PC, TABLET, CELLULARI UNA COMUNICAZIONE FATTIVA CHE
AIUTI A RITROVARSI COME COMUNITA’.
RIFLETTO CHE
FINO A 2 SETTIMANE FA SCONSIGLIAVO A TUTTI I GENITORI DI LASCIARE CHE I BAMBINI
STESSERO TROPPO TEMPO DAVANTI UNO SCHERMO…!
ORA SEMBRA
L’UNICO CANALE POSSIBILE CHE CI PERMETTA DI CONTINUARE IL PERCORSO
DIDATTICO-EDUCATIVO PERSONALIZZATO NEI
PERCORSI D’APPRENDIMENTO, REALIZZATO PER QUESTO ANNO SCOLASTICO, UNA
PROGRAMMAZIONE FATTA PENSANDO A CREARE INTERESSI NEI BAMBINI ( TANTE BUONE IDEE
MESSE A DISPOSIZIONE CON MOLTE VARIABILI E POSSIBILITA’ PER ANDARE INCONTRO AI
BISOGNI DI TUTTI, INCLUSIONE, INTEGRAZIONE) CREATA DA NOI INSEGNANTI CHE
CREDIAMO FERMAMENTE NELL’IMPORTANZA DI FORMARE IN QUESTO PRIMO IMPORTANTE
SEGMENTO LA VITA DI OGNI BAMBINO,DAI 3-6 ANNI,
LE BASI PER IL DOMANI AL SAPER FARE, PENSARE, ESSERE.
ORA
ATTRAVERSO MESSAGGINI, SALUTI, PICCOLI VIDEO COMUNICHIAMO E SEMPRE DA OGNUNO
SENTO LA STESSA SOFFERENZA, LA DIFFICOLTA’ DI RITROVARSI IN ABITUDINI
SCONOSCIUTE, RINCHIUSI IN CASA CON RITMI E DIMENSIONI COMPLETAMENTE CAMBIATI.CI
SENTIAMO DIRE, AL CELLULARE CON WHATSAPP:”MAESTRA MI MANCHI, TI VOGLIO BENE,
VOGLIO TORNARE ASCUOLA A GIOCARE CON I MIEI AMICHETTI!”
IL CUORE SI
STRINGE E LA VOCE TREMA MA SI RISPONDE CON ALLEGRIA CHE TUTTO FINIRA’, CHE
PRESTO CI RIABBRACCEREMO. INTANTO CONTINUIAMO AD INSERIRE NELLA PIATTAFORMA
EDMODO STORIE, DISEGNI ,SCHEDE FACILI, LAVORI DI MANIPOLAZIONE, GIOCHI SEMPLICI
PER FAR SENTIRE CHE ANCHE A DISTANZA LE MAESTRE PENSANO A LORO E CHE POI QUANDO
CI RITROVEREMO LI GUARDEREMO INSIEME NEI NOSTRI MOMENTI DI CIRCLE-TIME,
PARLEREMO DI QUESTI MOMENTI TIRANDO FUORI LE EMOZIONI E SENSAZIONI
CONDIVIDENDOLE.
CI SARA’ UN
FEED-BEAK DEL PERCORSO FATTO E SOLO ALLORA POTREMO TIRARE LE SOMME DI QUESTO
MOMENTO E MODALITA’ CHE , ANCHE SE
DISTANTE E POCO ACCOGLIENTE NELLE RELAZIONI , CI HA PERMESO DI MANTENERE IL
CONTATTO.
Coordinatrice Infanzia plesso Marchesi
MAESTRA
SONIA
Il Dantedì alla Garibaldi: come Dante, diremo “… uscimmo a riveder le stelle”.
Leggere i versi della Divina Commedia ai ragazzi significa
far apprezzare loro un’opera unica, trasmettere l’idea che la poesia salva la
vita e che la realtà si può trasformare. Dante ci descrive emozioni e la natura umana, ci
spiega la storia e il pensiero dell’uomo; vuole guidare gli uomini verso la
felicità e, in questo frangente tanto difficile, la lettura dei suoi versi
rappresenta un momento di riflessione ed uno stimolo al cambiamento.
E’stata proposta la lettura di alcuni versi molto famosi da
parte dei docenti; noi tutti oggi abbiamo ascoltato in tv la declamazione di terzine da parte di grandi attori italiani. Sicuramente uno degli
estimatori più famosi, e non a torto, è Roberto Benigni. I ragazzi hanno
ascoltato l’interpretazione del XXXIII Canto del Paradiso, Canto in cui San
Bernardo si rivolge alla Vergine in una preghiera che ne esalta la bellezza, la
virtù e l’umiltà. Gaia, Aurora, Anna e Camilla hanno scritto che sentono Dante
come un grande poeta, la sua preghiera a Maria è commovente, rappresenta una
parte significativa dell’opera. L’interpretazione dei versi che descrivono la
visione di Dio da parte di Roberto Benigni rende il racconto reale, coinvolge
ed incanta chi ascolta.
Noi docenti pensiamo che Dante possa trasmettere la speranza di
ricominciare: dopo tante angustie e paure riusciremo anche noi a superare
questa difficile prova e, come
Dante, diremo “… uscimmo a riveder le
stelle”.
Collaboratrice del DS
Prof.ssa Roberta Imbastari
mercoledì 25 marzo 2020
I VANTAGGI DELLA DIDATTICA A DISTANZA? RESTARE “CONNESSI”
Sono una docente di scuola secondaria di primo grado come
tante. Premetto che sto alla tecnologia come il guanciale
alla carbonara (azzardo metafora culinaria, visto il periodo
di chiusura casalinga). Utilizzo la tecnologia a scuola
quotidianamente e, a differenza di molti colleghi,
chiamiamoli con gentilezza “tradizionali” (non me ne
vogliano… please…) credo che gli strumenti multimediali
siano un ottimo ponte tra il docente ed i ragazzi. Certo è che
non avrei mai pensato di dover basare la mia didattica
totalmente sui mezzi tecnologici. Cosa dire? Sono al PC tutto
il giorno… stakanovista? Ligia al dovere? No … malinconica…
semplicemente un’insostenibile nostalgica.
Quando in classe, durante una lezione che ci appassiona, il
silenzio che regna in classe (cosa rara… vi confesso) … un
alunno alza la mano… e tu docente pensi “ecco…arriva la
domanda….” E lui o lei ti chiedono di andare al bagno… beh
in quel momento avrei potuto anche piangere… per dire…
Ed oggi penso invece a quanto mi manca quel momento.
Didattica a distanza, e. Learning, webinar, video lezioni,
piattaforme … mezzi tanto freddi quanto indispensabili in
questo momento. Gli strumenti tecnologici esistono grazie
alle persone (non ce lo dimentichiamo) ed oggi ne abbiamo
la conferma. In questo periodo la tecnologia ci sta aiutando
a sentirci ancora docenti e dall’altra parte a far sentire i
ragazzi ancora studenti. Poco importa se il file in PDF che mi
è arrivato oggi dall’alunno di seconda non è modificabile e
che quindi per correggerlo devo trasformarlo in word, poco
importa se mi inviano decine di foto di esercizi svolti, ancora
meno importa se passo 12 ore al computer, l’importante è
che dall’altra parte dello schermo ci siano loro, gli alunni!
Didattica a distanza? sì grazie, ma forse dovremmo
cambiargli il nome, didattica per sentirci vicini, didattica a
vicinanza… si può dire? Boh, insegno inglese, perdonatemi
colleghe e colleghi di lettere, ma non sono riuscita a trovare
un altro termine.
Per ora la didattica “per sentirci vicini” ( è così che da adesso
in avanti voglio chiamarla) funziona, ma è cosa certa che la
classe, la scuola, le urla del docente, le chiacchiere dei
ragazzi, le spiegazioni appassionate, le domande intelligenti
e quelle meno, le ricreazioni, le mani alzate, il NO, non ho
fatto i compiti, il “posso venire alla lavagna”
, il No non ho
capito, l’EVVIVA ho preso 8, sono e resteranno sempre
insostituibili!
FS Orientamento e continuità
Alessia Salustri, docente (attualmente virtuale) di Inglese.
Anno zero!!!... è arrivato anche per me!!! GIORNO DEL MIO PRIMO “TAGLIANDO” DA DOCENTE HI-TECH!!!
Salve
a tutti,
sulla
scia di alcuni miei colleghi, anche io finalmente mi sono associata alla fila
di chi, oltre a quella ormai interminabile davanti a un supermercato per fare
la spesa in questo periodo terribile e surreale per l’umanità intera, ha
superato ogni indugio di fronte all’esperienza della didattica a distanza.
Fino
ad oggi, 24 marzo 2020 ore 10:00, questo termine aveva avuto la sola realtà
della mera definizione; didattica a distanza =bla, bla, bla…e fino ad oggi,
avevo solo paura di non riuscire a cavarmela!!!
E-learning era stato solo il contenuto disciplinare
di un modulo del mio corso di abilitazione all’insegnamento e niente più…al
massimo, ciò che facevo, era utilizzare -onestamente qualche rara volta -una
delle tante piattaforme per realizzare didattica a distanza come mero cloud storage…non avevo mai veramente
capito e sfruttato le potenzialità “tattili” della tecnologia…
Stamattina,
quando sono finalmente riuscita a collegarmi con la mia classe, ho avuto il tipico
sussulto di gioia del fanciullo…WOW!!! Ce l’ho fatta!!! Li sto vedendo, mi stanno
vedendo!!! Ma la cosa più simpatica su cui ho riflettuto subito dopo i nostri
collegamenti è stata questa: attraverso lo schermo ho potuto cogliere ognuno di
loro in uno spazio domestico: la loro cameretta, la camera da pranzo con tanto
di posters, orsacchiotti e oggetti vari su mobili e scaffali…li ho visti oltre quello
che mi è permesso di fare in un’aula scolastica…e sicuramente tutti noi
indossavamo le nostre pantofole!!! E la cosa mi ha fatto sorridere…che bello!!!
Ho realizzato un mio sogno: insegnare e apprendere in completo relax…quasi a
“piedi nudi”!
Mi
ha fatto una certa tenerezza fare lezione di storia e grammatica “dentro” le
case di ognuno di loro!!!
Paradossalmente
mi sono sentita molto interattiva,
malgrado ogni mio pregiudizio, verso le mie “capacità tecnologiche” e
relativamente alle possibilità “sensoriali” di uno schermo. I ragazzi hanno partecipato con allegria ed
interesse e mi hanno supportato quando non sono riuscita a fare lo screen-sharing…eppure, solo ieri,
facendo un collegamento di prova con una collega, che con una pazienza infinita
mi ha insegnato passo passo cosa fare per imparare almeno l’”abc” delle
funzioni di una app, ci ero riuscita!!! …ma non ho provato né vergogna, né
imbarazzo…ho chiesto prontamente aiuto ai miei piccoli MacGyver tecnologici, che hanno realizzato al mio posto l’operazione
che per me era, in quel momento, un vero “rompicapo”…
Nulla
è cambiato!!! I chiacchieroni e i burloni della classe hanno conservato queste
loro caratteristiche, disegnando sullo screen
o facendo prove di magia durante le spiegazioni …forse non realizzavano che io
li “avevo a tiro” come quando sono in cattedra in classe!!! mentre i
“secchioni” hanno mantenuto il loro solito atteggiamento di disciplina e
rigore…che bello non li vedevo dal 5 marzo, ma nessuno di noi è cambiato!!!
Quando
torneremo, ho l’impressione che tante cose invece saranno cambiate dentro di
noi, perché questo periodo di pausa forzata ci costringerà a ripensare molto di
noi, delle nostre amicizie, dei nostri adulti di riferimento, delle fragilità
del mondo…innanzitutto riscopriremo l’amore che c’è in ogni “buongiorno” che ci
scambiamo ogni mattina noi insegnanti e
studenti in aula, l’importanza di toccarsi con lo sguardo e la parola durante
la durata di ogni nostra lezione in presenza, ma soprattutto …penso che
diventeremo più saggi .
Personalmente,
questo periodo mi impone di rivalutare il ruolo della tecnologia nella pratica
didattica…e mi costringe ad imparare cose che, per un motivo o per l’altro,
procrastinavo sempre. L’insegnamento in presenza rimarrà comunque l’opzione di
mia preferenza, perché sono una fan dell’estemporaneità come fattore che
alimenta il pensiero divergente nel discente e nello stesso docente, tuttavia
sarò immensamente grata a questo periodo di quarantena per avermi permesso,
attraverso una costrizione insopportabile, di fare il mio primo tagliando da
insegnante digitale!!!
FS Ptof e Valutazione
Prof.ssa
Bonsanti Gisella
Restare umani!
Ebbene sì, lo ricorderemo tutti questo 2020. L’anno del Coronavirus, l’anno in cui tutti noi docenti abbiamo abbandonato le
vecchie abitudini, la vita sociale, il caffè in sala Prof. e soprattutto la
lezione in presenza che ci dà e ci ha dato sempre emozioni. Ci manca la vitalità
dei ragazzi che ci travolge, l’amore
per questo mestiere che è unico. Il venerdì, dopo la sospensione delle lezioni,
sono tornato a scuola per prendere alcuni libri. C’era un silenzio irreale, non mi sentivo a casa. La
scuola senza parole , senza il vociare dei ragazzi non ha ragione di esistere.
E’ come la lezione nel
silenzio assoluto, di fronte a ragazzi inermi, privi di quella vitalità e
spesso vivacità che li contraddistingue.
Non ero felice! Non si può essere felici per tutto ciò, nessun docente può
essere felice, ma poi ho capito che si doveva fare qualcosa, che la scuola non
poteva finire in un’assolata
giornata di marzo. In quei giorni il nostro Istituto era in fermento perché noi docenti
condividevamo la stessa passione, l’amore per l’insegnamento
che altro non è che l’attività
mediante la quale un adulto lascia un segno, semina un fiore che presto sboccerà,
condiziona in positivo il futuro dei discenti nell’incessante processo di apprendimento. Ci siamo incontrati,
ovviamente virtualmente, e abbiamo
iniziato a condividere. Il confronto che a volte manca nel corso dell’anno perché non abbiamo le
opportunità di incontrarci in modo pedissequo è stata la nostra regola non
scritta. I giorni passavano e le classi reali diventavano virtuali, i compiti
cartacei mail in word, pdf, ppt e quant’altro. Gli alunni iniziavano ad accettare questa nuova
realtà che non avevano mai praticato e tutto
questo nasceva dal confronto tra colleghi che come membri della comunità
scientifica imparavano, sperimentavano, condividevano rendendo piacevoli le
lezioni e a volte imparavano dai loro errori. Tutti noi sentiamo la mancanza
dei ragazzi, tutti noi sentiamo il bisogno di tornare a parlare vis a vis con
quell’alunno in difficoltà che
non aspetta altro che una parola di incoraggiamento, a dibattere di questo o
quell’argomento, ma purtroppo
Covid 2019 ci ha costretto a stare lontano da loro, dalla scuola che conosciamo
da sempre. Tuttavia in questo momento il
nostro compito è molto importante, mai come adesso siamo dovuti essere delle guide, dei punti di riferimento.
Dobbiamo amare, coltivare la nostra empatia per i ragazzi, recuperare le
motivazioni di adolescenti che hanno perso alcune certezze. Dobbiamo essere
delle figure autorevoli che incoraggiano e soprattutto restano umani.
Prof. Massimiliano Baldolini
martedì 24 marzo 2020
Scuola chiusa e inclusione… Noi ci siamo!
Sono passate ormai più di due
settimane da quando la campanella ha suonato per l’ultima volta tra i corridoi
della nostra scuola. All’improvviso ognuno di noi, insegnanti, genitori e
alunni, siamo stati proiettati in una realtà nuova e tutta in divenire.
Non sempre, e non per tutti è
stato facile e immediato adattarsi, ma da questa situazione di incertezza
iniziale, il nostro Istituto ha dimostrato da subito di sapersi riformulare,
modellare e rispondere al meglio alle esigenze di ogni studente.
L’Istituto Giuseppe Garibaldi, da
sempre sensibile e attento ad ogni aspetto che riguarda l’inclusione, si è immediatamente
attivato al fine di rispondere in modo adeguato alle necessità e ai bisogni di
tutti gli alunni, in modo particolare di coloro che presentano una maggiore
richiesta di attenzione.
Ogni docente, infatti, è intensamente
impegnato in iniziative volte a favorire la continuità nell’azione didattica e
sta lavorando nella ricerca e condivisione di materiali specifici al fine di
perseguire efficacemente gli obiettivi educativi e didattici formulati nei PEI
e PDP.
Ogni classe, a partire dalla
scuola dell’Infanzia, si è registrata su piattaforme telematiche e questo ha
consentito agli insegnanti di mantenere vivi i contatti con le famiglie ma
soprattutto con gli alunni, favorendo e realizzando nuove forme di
comunicazione e di scambi relazionali che mantengono l’alunno al centro del
processo educativo e didattico.
La sospensione delle lezione ha
causato un cambiamento delle abitudini dei nostri alunni, che hanno vissuto
sulla propria pelle l’assenza della dimensione comunitaria e relazionale del
gruppo classe. I docenti, quindi, si sono subito attivati per mantenere ogni
forma di vicinanza, mantenendo il più possibile la dimensione inclusiva con
riguardo particolare per gli alunni con Bisogni educativi speciali.
Didattica a distanza e inclusione?
Nessun problema per noi della Scuola Garibaldi!
In un momento così delicato per
tutti, infatti, la didattica a distanza ha rappresentato una sfida, è stato un
modo per credere in se stessi e trovare potenzialità prima inesplorate.
Tutti i nostri alunni continuano
ad essere sostenuti e guidati dai propri insegnanti, anche a distanza, non solo
con materiali didattici multimediali, ma anche con videochiamate di supporto
non solo scolastico.
Sono state subito attivate attività di sostegno alla didattica tramite chat, collegamenti telefonici e video. Questo ha consentito di mantenere attiva la dimensione relazionale e la vicinanza tra insegnanti e compagni.
Sono state subito attivate attività di sostegno alla didattica tramite chat, collegamenti telefonici e video. Questo ha consentito di mantenere attiva la dimensione relazionale e la vicinanza tra insegnanti e compagni.
È stato, inoltre, ripristinato il
servizio degli Assistenti alla Comunicazione, attivato in modalità “a distanza”
al fine di migliorare l’efficacia delle proposte educative e didattiche e
garantire la continuità del percorso di inclusione scolastica degli alunni
disabili.
Per venire incontro agli alunni
che non hanno in dotazione gli strumenti informatici idonei, il nostro Istituto
in questi giorni si è adoperato per richiedere strumentazioni specifiche per favorire
la realizzazione di una didattica sempre più inclusiva.
Sono passate ormai più di due
settimane da quando la campanella ha suonato per l’ultima volta tra i corridoi
della nostra scuola… ma ognuno di noi è ogni giorno attivo e pronto a sostenere
al meglio i nostri alunni… nell’attesa di ritornare alla quotidianità tra i
banchi della nostra scuola.
F.s. Inclusione
M. Eledia Mangia
La scuola non serve a niente!
La scuola non serve a niente!
E rubo l’espressione al titolo del libro di Andrea Bajani.
Ne sono convinta non serve a niente, non serve se continua a
ripetersi nel tempo uguale a se stessa.
Continuerò a gridarlo finchè ogni persona non avrà sentito;
la scuola non serve a niente!
Ma all’istituto comprensivo Garibaldi di Genzano qualcuno ha
udito, molti hanno sentito e la scuola si è schiusa, si aperta come un fiore in
primavera; come un soffione ha sparso nell’aria i suoi semi.
Oggi più di ieri la mia scuola è servita.
Servita perché ogni docente ha saputo reinventarsi e
ricostruirsi per offrire ad ogni alunno un pezzettino di conoscenza, una
briciola di sapere. Tra lacrime e sudore i docenti hanno riscritto le pagine di
un libro già deciso e tra sorrisi e canzoni lo hanno reso insostituibile.
La scuola serve, oggi serve di più!
Serve ad ogni alunno chiuso in casa dal covid 19, serve ad
ogni genitore che segue il percorso educativo dei propri figli, serve ad ogni
nonno , fratello o zio con cui ci incontriamo e scontriamo in questa avventura.
Questa terribile pandemia ci ha obbligato a tornare alunni per offrire una
didattica digitale ai nostri alunni che invece nativi digitali lo sono già.
Tutti ci siamo messi in gioco e questo gioco lo stiamo
vincendo perché la scuola serve.
Ci serve questa scuola pazza, imbranata, questa scuola che
ci sta cambiando permettendoci di crescere e diventare cittadini migliori.
Collaboratrice del DS
dott.ssa M.Letizia Antoniani
RIABBRACCIARCI PRESTO
Sono Marco , insegnante della scuola secondaria, sono ahimè , il più anziano del collegio e alle porte del pensionamento. Nei miei 43 anni di insegnamento ho visto , nella scuola , migliaia di situazioni diverse , sempre risolte ,chi più chi meno, positivamente .
Oggi però ci troviamo di fronte ad una montagna piena di sentieri molto tortuosi e difficili da superare ma sono convinto che con la professionalità, la serietà e la collaborazione che ha sempre contraddistinto il nostro collegio dei docenti , anche questa volta riusciremo ad arrivare alla vetta e cioè ai nostri cari alunni aiutandoli da casa , collaborando con le famiglie come tutti stiamo facendo.
Lo sforzo non è poco , non tutti siamo dei maghi del pc però ci stiamo facendo valere giorno dopo giorno e i risultati si vedono , classi intere con video conferenze , compiti su we school e su altri social.
E proprio grazie al nostro impegno a quello dei ragazzi e delle loro famiglie riusciremo a RIABBRACCIARCI PRESTO.
Un caro saluto a tutte/i
Prof.Rossi Marco
La voce del ri-animatore digitale
4 marzo 2020....Nel primo pomeriggio tutti i social e i giornali parlano di una possibile chiusura delle scuole a causa del coronavirus.
Il ministro dell’istruzione pero’ smentisce …allora tutti a fare i compiti per il giorno dopo, ma intorno alle ore 18:00 il presidente del consiglio conferma la notizia.
Da noi il coronavirus è lontano, in pochi percepiscono la vera tragicità della decisione e il mattino dopo ci sono gruppi di ragazzi in giro che si divertono, altri che si allenano all’aria aperta …ed è una situazione inverosimile.
I professori? le maestre?
Iniziano i dubbi, le domande senza risposta , le ipotesi , i genitori che non sanno come fare e pregano affinché siano davvero soltanto due settimane.
Prime domande: ma si firma sul registro se non siamo in classe? ma i compiti vanno dati direttamente per il 16 marzo oppure rispettiamo le date prefissate?
Menomale che sono in regola con il programma…Io sono stata male e ho perso già due settimane…non ci voleva. Due settimane sono troppe…hanno gli esami!!!
L’incertezza dura poco, le scuole sono chiuse, niente banchi, niente cattedra ma la didattica DEVE andare avanti. Parte il più grande esperimento di didattica a distanza in Italia. Le lezioni si seguono davanti ad un pc
Si moltiplicano i gruppi di watshapp , consiglio 1D, consiglio 2D, consiglio 3E…..
Skype , zoom, weschool… scrivere i compiti sul registro…sempre !!
Ma la rete non va e io ho soltanto i Giga del cellulare. NO BASTA mi rifiuto!!!
Ma la realtà è che la didattica a distanza è sicuramente un modo per usufruire al meglio degli strumenti tecnologici in nostro possesso, arginando le difficoltà date dalla diffusione dell’epidemia. Ma mentre alcuni gridano EVVIVA, altri lamentano la mancanza di quel rapporto indispensabile nel mondo dell’istruzione, quel contatto umano che rende l’apprendimento relazione, confronto, scambio di cui forse è meglio non fare a meno.
Sono due i significati base della didattica a distanza….ormai DAD per gli addetti al settore: prima cosa ci richiama al senso di professionalità che ci contraddistingue e al nostro compito formativo ed educativo e quindi chi prima e chi dopo tutti sono riusciti a mantenere vivo il gruppo classe, a combattere il rischio di isolamento anche semplicemente con un messaggino. Altro lato fondamentale è quello di portare avanti il percorso di apprendimento, fare in modo che ogni studente possa essere stimolato e coinvolto in attività significative per il loro sapere ..e allora basta una immagine, un brano musicale, un disegno , un film cosi’ da impegnare tempi “morti”
E’ utile la didattica digitale?
Sicuramente è stata in grado di colmare lo spazio vuoto che il virus ci ha imposto senza darci la possibilità di essere pronti. Torneremo sui banchi ed ognuno di noi sapra’ qualcosa in piu’, ci ritroveremo piu’ “digitali” e forse aprire il registro non ci farà piu’ cosi’ paura. Saremo tutti piu’ veloci a preparare un powerpoint, a registrare la nostra voce per spiegare le slide…finalmente tutti abbiamo dato un senso alla tecnologia.
Ancora una volta la lezione piu’ bella è sopratutto quella avuta dai ragazzi …e stavolta non dai loro professori, ma dalla vita!
Ritorneranno sui banchi di scuola consapevoli della bellezza della scuola, consapevoli che il tempo passato insieme tra i banchi è un bene prezioso, una opportunità che non devono piu’ lasciarsi scappare … perche sono proprio loro ad emozionarsi di piu’ davanti un semplice PC quando sullo schermo compare l’insegnante che fino a due settimane fa temevano tanto…
Il ri-animatore digitale
Annalisa Ciano
Fiaccolata #scuoleilluminate
Sono Roberta, un’insegnate della scuola
secondaria di I grado. Mi trovo a vivere questo difficile momento che mi fa
sentire impotente e, in alcuni momenti, inadeguata ed impreparata. Davanti alle
vittime del virus, ai medici che fanno turni di lavoro massacranti, agli agenti
impegnati nelle strade, alle immagini tragiche mandate in onda, mi sento una
privilegiata: svolgo un mestiere che ho scelto e che mi permette di stare
vicino alle nuove generazione e alle loro famiglie. Allora mi sono chiesta:
come posso sentirmi utile in questo frangente? La risposta è semplice: essere
un docente, quindi continuare a lavorare da casa, mettermi in gioco utilizzando
nuovi strumenti per la didattica a distanza e soprattutto stare “vicina” ai
miei studenti e alle loro famiglie. Accendere una candela o un
piccolo lumicino sulla finestra o sul balcone mi è sembrato un semplice gesto per illuminare di speranza le nostre città, per
sentirci vicini e per condividere, in questo momento di isolamento forzato, un
sentimento comune che unisce docenti, alunni e le loro famiglie. .
Con la nostra passione e professionalità, ora più che mai, dobbiamo accompagnare i nostri ragazzi, farli sentire al centro dei nostri pensieri. Insieme siamo capaci di resistere e di dimostrare che…#lascuolanonsiferma.
Collaboratrice del DS
Prof.ssa Roberta Imbastari
Con la nostra passione e professionalità, ora più che mai, dobbiamo accompagnare i nostri ragazzi, farli sentire al centro dei nostri pensieri. Insieme siamo capaci di resistere e di dimostrare che…#lascuolanonsiferma.
Collaboratrice del DS
Prof.ssa Roberta Imbastari
CORONAVIRUS E FORMAZIONE A DISTANZA
In questo periodo ogni aspetto della nostra
vita sembra essere sottoposto a una profonda rivisitazione.
Il modo in cui lavoriamo, ci spostiamo o
manteniamo le relazioni sembra aver subito un brusco cambiamento di rotta e ogni
abitudine e ogni azione sembrano dover attendere un battito digitale per
rimanere in vita.
Le misure adottate per il contenimento e la
gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, hanno stravolto tutto e a
risentirne maggiormente è soprattutto la Scuola.
Nonostante ciò alcune docenti dell’Istituto Comprensivo “G.
Garibaldi” hanno attivato misure di formazione a distanza, al fine di ultimare
il percorso formativo: “Gestire i
comportamenti oppositivo-provocatori in classe: strategie utili per gli
insegnanti”, iniziato in presenza il 24 febbraio 2020.
Nella consapevolezza che nulla può sostituire appieno ciò
che avviene in presenza in aula, questa
particolare modalità di formazione, mediante l’uso della piattaforma e-learning GoToMeeting, si è rivelata molto utile per la realizzazione di videolezioni,
la produzione di elaborati e la condivisione di materiali. L’apprendimento ha
riguardato le strategie di contenimento e riduzione di comportamenti oppositivo-provocatori
in classe, finalizzate a promuovere il benessere del bambino/ragazzo. Inoltre,
particolare attenzione è stata dedicata a rinforzi, gratificazioni e modalità
di promozione di contesti relazionali positivi.
Crediamo che la formazione di
qualità, rappresenti il nodo focale intorno al quale si impernia lo sviluppo
professionale di ogni educatore e insegnante che, consapevolmente, decida di
rivedere in modo costante il proprio modo di lavorare per avere ricadute sempre
più positive sugli alunni… ed è questo in cui continueremo a credere sempre!
Referente della formazione
D'Alessio Alessandra
D'Alessio Alessandra
#Didattica a distanza non ti temiamo, ma ti ringraziamo!# Distanti oggi, uniti sempre! # l’amicizia è una cosa seria #
Video lezione con gli studenti |
Prof.ssa Chiara Rossi
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